“Lasciate ogni speranza voi che entrate”. Ecco come ci si sente quando si mette piedi sul “Freccia Rotta”!
Siete nel girone dei pendolari? Il catalogo dei disagi è amplissimo:
– Ritardi e soppressioni.
– Sporcizia e cattivo odore.
– Riscaldamento rotto e gelo d’inverno, caldo rovente d’estate.
– Insicurezza e sovraffollamento.
– Porte bloccate, sedili sudici e sbrindellati.
– Bagni luridi o fuori servizio.
Le condizioni di trasporto sono umilianti. E’ l’universo dei “Freccia rotta”, così sono stati ribattezzati con amara ironia i treni locali, quelli a bassa velocità e ad alta vetustà, su cui quotidianamente si spostano, per ragioni di lavoro e di studio, due milioni e mezzo di italiani. Pendolari esasperati, indignati, stremati. Lo stress è cronico: disagi a catena , ore di lavoro perse e da recuperare, trattenute sullo stipendio, ferie e permessi utilizzati invano, tensioni logoranti, tempo sottratto alla famiglia. Ci si sente ostaggio di Trenitalia. Ognuno reagisce come può: petizioni e raccolta di firme, proteste nei forum online o sui blog; c’è chi blocca i binari o rifiuta di mostrare al controllore l’abbonamento ; e chi fa causa a Trenitalia per farsi riconoscere il danno esistenziale, e vince.
Il gioco delle parti
L’Italia questa volta è unita – Nord, Centro, Sud – non si scampa alla dannazione dei treni locali, su cui le Ferrovie dello Stato da molto tempo hanno deciso di non investire. Il business si fa con la TAV . Non a caso, dal prossimo settembre, la concorrenza dei treni di Montezemolo e Co, arriverà solo sull’alta velocità. I convogli a corto raggio, invece, sono considerati zavorra e non fanno guadagnare il becco di un quattrino: così la pensano ai piani alti delle Fs.
Peccato che il trasporto ferroviario locale sia servizio pubblico, per assicurare il quale Trenitalia riceve dalle regioni finanziamenti dello Stato. Sì,perché dal 2000 le competenze su questo comparto vanno alle regioni. Trenitalia si è impegnata con le regioni e ha firmato contratti di servizio, che prevedono penali nel caso in cui gli standard ( definiti anche nella carta dei servizi ) non vengano rispettati. Ma il gioco delle parti è fin troppo facile: le regioni contestano i disservizi, Trenitalia si lagna dell’irrisorio contributo regionale. E il giorno dopo tutto continua come prima. Ancora una volta siamo lontanissimi dall’Europa.
Il sudiciume in carrozza
I mille e quattrocento pendolari interpellati sulle 25 tratte – che collegano l’hinterland alle tre grandi città di Milano, Roma e Napoli – puntano il dito soprattutto sulla sporcizia. La puntualità diventa secondaria (63%) se si viaggia su una specie di vagone bestiame. Il sudiciume è sempre lì, ogni giorno, sotto gli occhi di tutti : difficile farci l’abitudine. Sono nove su dieci, in pratica quasi tutti, a deprecare standard igienici da medioevo. Patacche sui sedili e sui poggiatesta, vetri sporchi, carrozze lerce, bagni sporchi, arredi a pezzi. Lo stesso per la climatizzazione (gli insoddisfatti erano il 52% , oggi sono il 71%): gli impianti vanno sempre più frequentemente in panne. I risultati peggiori si registrano sulle tratte di Bergamo-Carnate-Milano ( 90%), Novara – Milano (89%) e Bergamo-Treviglio-Milano (88 %).
Meno treni, più sovraffollati
Uno dei maggiori elementi di scontento è il sovraffollamento (se ne lamentano sette pendolari su dieci). Un aspetto che incide anche sulla sicurezza: il 64 % dei pendolari insoddisfatti percepisce l’uscita dal treno in caso di emergenza come problematica in caso di sovraffollamenti. L’ introduzione dell’alta velocità ha coinciso con una diminuzione, anche del 30% , dell’offerta di treni regionali, stimano le associazioni dei pendolari.
Strano, visto cha la TAV libera delle tratte e aumenta la capacità di trasporto sulla rete normale. I treni rimasti continuano ad avere la composizione di prima, motivo per cui a bordo aumentano le chance di provare lo spiacevole effetto sardina. Inoltre, le possibilità di rientro a casa la sera si sono ridotte, con il risultato che se si perde la corsa giusta si arriva quando ormai il resto della famiglia ha finito di cenare.
Puntualissimo ritardo
Ma spesso è la corsa a saltare, il treno a far ritardo o a bloccarsi nel bel messo della campagna. Arriverò a lavoro in orario? Tornerò a casa a un’ora decente stasera? Sono interrogativi che per i pendolari diventano enigmi quotidiani. La puntualità è da sempre il tasto dolente di questi treni, nonostante sembri che siano stati fatti passi in avanti da sei anni a questa parte. Infatti, se nel 2004 gli insoddisfatti erano il 69%, oggi sono scesi a 63% . Notevoli sono le differenze tra le tratte e dobbiamo annoverare tra le migliori Milano-Treviglio-Bergamo e Brescia-Milano, nonostante a essere scontento sia un pendolare su tre. La peggiore è Milano-Piacenza , la tratta più odiata dai pendolari, con il 100 % di insoddisfazione.
Cosa rende più insoddisfatti i pendolari. Guarda i grafici!