Come vi ho già raccontato qualche giorno fa, ho avuto il piacere di partecipare al blogtour #aptmassa2012 “Cammina cammina…tra borghi e vallate” e di trascorrere 2 giorni in compagnia di Paolo, proprietario del centro trekking a cavallo “Monte Brugiana”.
Avete presente la baita di Heidi? Il suo caro nonno? Il cane poltrone? Ecco, a me sembrava proprio di rivivere le scene di quel cartone animato che tanto amavo quand’ero piccola.
La Brugiana è una modestissima vetta a confine tra Carrara e Massa. Non raggiunge nemmeno mille metri di quota, ma è notevole balcone panoramico sulla costa toscana e ligure, sulle due città capoluogo e sulle Alpi Apuane. Alle sue pendici si trova il Parco della Resistenza e il famigerato centro.
Anticamente il monte era conosciuto come Piastraro o Piastricce per il fatto che da esso si ricavavano piastre di ardesia per ricoprire i tetti delle abitazioni massesi.
Il monte è stato oggetto di escavazione di marmo e rimangono ancora attive alle sue pendici alcune cave tra cui la cava Combratta.
Noi, Monte Brugiana lo abbiamo percorso a cavallo! Una sensazione unica e indimenticabile. Devo ammettere che all’inizio avevo una gran paura, era la prima volta che montavo su un cavallo e non mi fidavo né della mia Giulietta né delle mie capacità motorie! Inoltre, alcuni tratti del Monte Brugiana sono ripidi, il terreno era bagnato e io già mi vedevo a terra. Ma Paolo, con grande destrezza ed abilità mi mise a mio agio.
Ma chi è Paolo Monteleone? E’ una persona dal cuore grande, sensibile, che ama la solitudine; è stato protagonista di grandi itinerari europei a cavallo, come il viaggio da Lisbona a Massa-Carrara. Guida Alpitrek professionista, Paolo Monteleone organizza viaggi a cavallo di piu giorni o itinerari personalizzati (su richiesta della clientela). Tiene corsi di addestramento all’equitazione di montagna.
Dispone di venti cavalli perfettamente addestrati ai percorsi di montagna.
Ma com’è nata questa passione irrefrenabile per i cavalli? Ecco cosa mi ha raccontato:
“I camion avanzavano sobbalzando ad ogni dosso, sollevando polvere. La valle immensa regalava al tramonto rocce striate di Arancio. Arrivai al villaggio tibetano, luogo da cui partiva la vecchia carovaniera che attraversava, in venti giorni di cammino, la catena himalayana. Ero smarrito da tanta bellezza, scaricai le mie poche cose all’inizio della Mulattiera. Intorno un cicaleggio allegro di genti tra i banchi di un mercato, tra basse case di fango e paglia. Alzai lo sguardo verso l’alto, dove si arrampicava la strada e scorsi un gruppo d’animali da basto carichi di mercanzie. Scendevano piano posando i piedi prudentemente sulle pietre: alla testa del gruppo di asini e yak, a piedi, il conducente e un giovane Ladako. Le genti li attorniarono; anche loro evidentemente aspettavano il gruppo (senz’ altro gli asini portavano nel villaggio cibo e beni primari per gli abitanti del posto). Gli animali entrarono nella piccola piazza, i mulattieri li disposero in batteria, l’ anziano distese a terra una lunga corda di cuoio fissandola con dei pioli di legno che conficcava abilmente nel terreno; il giovane iniziò a impastoiare gli asini legandoli a una zampa anteriore nella parte tra lo zoccolo e il nodello, con lacci di morbido cuoio appena ingrassati. Gli animali, così fissati, erano fermi e attendevano, esperti, di essere scaricati. L’uomo vestito di scuro iniziò a scaricare i basti e con gesti eleganti distribuì agli avventori pacchi di roba. L’uomo si muoveva abilmente tra gli animali, le sue mani sinuose ora li spingeva, li spostava, li accarezzava in un’ armoniosa sequenza di passaggi che mi lasciavano incantato. Continuava ad accarezzarli calmandoli; la sua voce sonora, a volte brusca, li rende mansueti. I muli rispondevano ad ogni comando, i selvatici yak erano tranquilli. Il baratto finì; gli uomini avevano occhi brillanti, fieri come non ne avevo mai visti. Erano pieni della loro vita dura ma appagante. Avevo vent’ anni ed ero incantato dai gesti antichi, dagli odori persistenti, dai movimenti degli animali, dal lavoro lungo la strada, dal gruppo di armenti. Ho ancora quegli attimi impressi nel mio cuore. Da lì capii cosa fare della mia vita, quale fosse la mia passione.
Ora sono mulattiere nei confronti Apuani, conduco genti e cavalli alla scoperta delle montagne. Dopo trent’ anni di lavoro transumante mi muovo con la stessa passione del vecchio tibetano!”
Ad accogliervi al centro trekking a cavallo “Monte Brugiana” anche Bartolo, l’asino più alto del mondo. Vi lascio con un video che ho girato proprio al centro.
La storia di un uomo e del suo asino