Sabato 8 agosto 2009 alle ore 21.30, presso le Scuderie Granducali in via del Palazzo a Seravezza (Lu), si inaugura la rassegna di pittura “10”.
In esposizione dipinti di: Fiorella Bologna (Castelnuovo Magra, 1956), Daniela Caciagli (Bibbona, 1962), Massimiliano Contu (Prato, 1974), Riccardo Corti (Firenze, 1952), Marco Lami (Montelupo Fiorentino, 1962), Guido Morelli (La Spezia, 1967), Armando Orfeo (Marina di Grosseto, 1964), Nicola Perucca (La Spezia, 1962), Riccardo Ruberti (Livorno, 1981) e Valente Taddei (Viareggio, 1964).
Si tratta di una rassegna di pittori toscani e liguri (di età inferiore ai 60 anni) che operano nell’ambito della figurazione contemporanea: 10 autori differenti tra loro per cifra stilistica e formazione estetica, ma accomunati da un profondo spirito di ricerca nei rispettivi percorsi creativi.
Fiorella Bologna sperimenta stratificazioni di materiali diversi – dall’olio al pastello, dalle matite agli smalti – in tecniche miste dalle elaborate sfumature e dalle suggestive variazioni tonali: i suoi lavori si basano sull’essenzialità del tratto e su particolari sovrapposizioni cromatiche e materiche. Memorie infantili si mescolano a leggerezze oniriche, reminiscenze quasi arcaiche a ricordi personali, amalgamandosi in una soffusa atmosfera sentimentale. In tale contesto appare, spesso, la parola scritta: ora con funzione esplicativa, ora come semplice segno grafico.
Nei dipinti ad olio e acrilico di Daniela Caciagli si uniscono, con originalità, richiami di matrice Pop e surrealista. L’artista cerca di plasmare la realtà e di farla immaginare in continua mutazione, creando libere associazioni fantastiche di frammenti di vita quotidiana, in cui i riferimenti spazio-temporali appaiono sfumati. Vibrante è l’uso dei cromatismi: il colore è il vero elemento generatore della forma, la modella e la controlla per comunicare una non banale riflessione sul destino, imperscrutabile, che caratterizza ogni essere umano.
Massimiliano Contu, in oli che miscelano i colori squillanti della Pop Art a raffinatezze grafiche, assume la pittura come strumento di denuncia, stimolando a riflettere sulla società contemporanea. Figure femminili spaesate e imprigionate in eterne partenze; metropoli opprimenti, cariche di pubblicità ossessive; piante rampicanti che ricoprono architetture e insegne. L’artista lancia forti messaggi: sull’alienazione dell’individuo, sull’influenzabilità della natura umana, sulla caducità delle opere realizzate dall’uomo. Lo fa, però, con un sottile sguardo ironico, che lascia sempre aperta la porta alla speranza.
In composizioni equilibrate nelle quali l’eleganza dinamica delle forme si unisce alla morbidezza delle sfumature, Riccardo Corti propone i suoi soggetti preferiti: esili pini marittimi, policromi agrumi in sezione e bastoncini sospesi nel vuoto, che il critico ferrarese Lucio Scardino ha definito stilema della ‘levità dell’unione’. Gli oli di Corti, dall’intenso impatto visivo e dalla forte valenza simbolica, creano un gioco testuale di notevole pregio stilistico, nell’ambito di una pittura di sintesi, volta ad indagare il sensibile con inquietudine e lirismo.
Nei suoi dipinti ad olio e acrilico su tela, dalla spiccata tendenza al monocromatismo, Marco Lami riproduce – in uno stile che rivela i trascorsi come disegnatore di fumetti – immagini di situazioni quotidiane pervase da un’atmosfera nostalgica. Siamo dinanzi ad un autentico reportage pittorico formato dalle istantanee della sua vita: le persone care, gli oggetti, la casa, i viaggi. Lo stato di rilassatezza, talora di abbandono, in cui si trovano i personaggi di Lami può apparire quasi irreale: osservandoli, non si ha però l’impressione di violare la loro intimità, anzi sembra di esser accolti a far visita all’immaginario dell’artista e a condividerlo con lui.
Guido Morelli è autore di raffinati oli dall’impronta materica, nei quali sono raffigurati sintetici paesaggi naturali: questi ultimi non sono però evocazioni di luoghi reali, bensì composizioni, in cui ciò che conta è la ricerca di una determinata struttura, di una forma fondata su un gioco di rispondenze e su un equilibrio di spazi. Quella di Morelli è una pittura ‘mentale’, in cui è accentuata la dimensione della memoria: l’artista si concentra su un linguaggio psicologico del dipinto, allontanandosi dagli aspetti descrittivi e mirando ad una pura fusione di cromatismi e luminosità.
L’universo creativo di Armando Orfeo è vicino al mondo dei fumetti e dei cartoons. Protagonista dei suoi dipinti ad olio e acrilico è il personaggio, da lui ideato, del ‘Signor Cozza’, sorta di stereotipo del borghese medio: immerso in singolari paesaggi urbani in cui i grattacieli ondeggiano, appare perennemente combattuto tra routine e voli pindarici. Le tele di Orfeo sono ricche di palesi – e dichiarati – riferimenti culturali, ora alla pittura metafisica, ora a quella surrealista: tutti, però, si fondono armoniosamente in un’originale dimensione ad un tempo onirica e fiabesca, ludica e vitale.
La tematica del viaggio appare centrale negli acrilici su tela di Nicola Perucca. Un viaggio ideale e interiore, tra una natura fantastica e architetture immaginarie, in atmosfere dai colori iridescenti. Forte è la componente scenografica di questi dipinti, con tramonti e albe dalle luci infuocate e dai contorni accentuati. Minuscoli esseri sono i curiosi testimoni di questi fantasmagorici spettacoli, che ruotano attorno a un polo fisso dell’orizzonte: una sorta di metafora dell’animo umano, sempre in cerca di mete ignote da esplorare.
Con olio e acrilico Riccardo Ruberti riproduce immagini misteriose, figure di uomini e bambini che in alcuni particolari mutano le loro sembianze, assumendo caratteristiche morfologiche di insetti o vegetali. Queste metamorfosi sono correlate a riflessioni sulla condizione umana, alla tematica del conflitto e dell’oppressione. Un’estrema precisione nella resa dei dettagli contraddistingue la produzione dell’artista, dedito a sviluppare con coerenza stilistica un’indagine che coniuga il reale con il fantastico.
Valente Taddei realizza con accuratezza dipinti ad olio e china dal taglio narrativo e minimalista, in cui un onnipresente ‘omino’ si ritrova in situazioni perennemente in bilico tra ironia e paradosso. Gli sfondi, per lo più monocromi, densi di sfumature, creano un’ambientazione nella quale i confini del tempo e dello spazio si disperdono, trasformando il personaggio di Taddei in una sorta di icona della fragilità umana, sospesa tra sogno e inconscio.
La mostra, organizzata in collaborazione con la galleria Mercurio Arte Contemporanea di Viareggio, è corredata di catalogo con introduzione di Gianni Costa ed è patrocinata dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Seravezza.
Rimarrà aperta fino al 30 agosto, tutti i giorni con orario: 10.00 – 13.00 / 17.00 – 23.00.
Infoline: 0584 756100 / 0584 757443.