Quanto influiscono i disastri ambientali sul turismo? E soprattutto in che percentuale?
Gli effetti di una calamità naturale possono essere negativi ma anche positivi. Non ci credete? Ecco un esempio…
Circa quattro mesi fa il settore turistico fu messo in crisi dall’ eruzione del vulcano in Islanda. Treni e aerei fermi, scioperi, cancellazione delle prenotazioni prezzo hotel e b&b: ecco la situazione ad aprile.
Ma ad oggi la medaglia si è rovesciata. Quest’anno tantissimi infatti sono stati i turisti che hanno deciso di trascorrere le proprie vacanze in Islanda. Ciò è dovuto paradossalmente a due sue grandi disgrazie: la crisi economica del 2008 e l’eruzione del vulcano Eyjafjallajokull.
Per far sì che l’economia del Paese si riprendesse, i costi sono stati notevolmente ridotti, aumentando così la domanda turistica.
Luogo principale di attrattiva turistica è proprio il vulcano: ben 100mila turisti hanno sfidato il “colosso” recandosi proprio su di esso. Persino la cenere stessa è diventata un business: c’è gente che la raccoglie in bottiglie per rivenderla. Un po’ come si usa fare anche a Napoli: in alcuni negozi si vendono boccette che contengono l’aria della città 🙂 Molti l’acquistano come souvenir e ricordo della città partenopea, altri invece la riciclano guadagnandoci qualche soldino!