La tassa di soggiorno pian piano sta “approdando” nelle maggiori città. Prima Roma, poi Venezia, ora Pisa.
La tassa di soggiorno a Pisa entrerà in vigore a partire dal 1 marzo 2012, con non pochi dissensi. Sono molte le associazioni che in questi giorni stanno lottando affinché la norma d’attuazione venga rinviata. A battersi in prima linea sono gli assessori Forte e Viale insieme a Confcommercio.
“Anche a Pisa – affermano gli assessori Forte e Viale – la tassa di soggiorno funzionerà come nel resto d’Italia, così come prevede la legge”. Dovranno essere i titolari degli alberghi a inserire la tassa nel listino prezzi dei soggiorni delle loro strutture. “Noi – sostiene Pesciatini – chiediamo un rinvio dell’applicazione sulla tassa di soggiorno, almeno fino a che i nodi tecnici e procedurali non saranno chiariti una volta per tutte“.
I criteri d’applicazione della tassa di soggiorno: L’imposta di soggiorno sarà applicata a persona e per pernottamento ed sarà differenziata, secondo criteri di gradualità in proporzione al prezzo, e comunque entro 5,00 Euro per pernottamento, in relazione alle tipologie delle strutture ricettive definite dalla normativa regionale, che tiene conto delle caratteristiche e dei servizi offerti dalle stesse e del conseguente prezzo del pernottamento. Per le strutture alberghiere, i campeggi, i residence e gli agriturismo la misura verrà definita in rapporto alla loro classificazione articolata, rispettivamente, in “stelle”, “chiavi” e “spighe”.
La tassa di soggiorno verrà applicata direttamente dagli albergatori sul costo delle camere e sarà suddivisa in tre fasce: 2 euro per le strutture ricettive di lusso; 1,5 euro per quelle centrali e 1 euro per quelle low cost.
Saranno esenti dall’imposta i pernottamenti del soggetto passivo, (colui che pernotta presso le strutture ricettive e che non risiede nel comune di Pisa) nella stessa struttura ricettiva:
– successivi al quinto giorno consecutivo, nel periodo che va dal settimo giorno precedente la Pasqua alla prima domenica del mese di novembre;
– successivi al terzo giorno consecutivo, nel restante periodo.
La stima dell’amministrazione comunale è quella di raccogliere tra i 2 e i 2,5 milioni di euro.
Riuscirà tale tassa a rigenerare le sorti del turismo?
Cara Mena, la tassa di soggiorno colpisce ancora e stavolta tocca a Pisa.
Bè spero che ti siano utili alcune mie riflessioni visto che a Roma abbiamo già la possibilità (purtroppo) di fare il punto della situazione.
In primis trovo fastidioso e di pessimo gusto delegare ai titolari delle attività turistiche l’onere di incassare e fungere da esattori per il Comune che ripaga con generosi disservizi il favore reso.
Poi aggiungiamo che l’imbarazzo di dover comunicare agli avventori “la tassa” sul soggiorno applicata al prezzo del pernottamento non piace nè agli uni nè agli altri.
Infine “questa tassa” si aggiunge alla enorme mole di quelle già esistenti, in un momento non certo felice per l’economia in generale del nostro Paese e del turismo nello specifico, penalizzando ancor di più il settore.
Sarebbe bello a questo punto sapere almeno nel dettaglio dove finirà il denaro raccolto e che utilizzo ne faranno i comuni.
Caro Davide, sono d’accordissimo con te e sono certa di non essere la sola. Ho appena pubblicato un’intervista ad Andrea Romanelli, vide presidente di Federalberghi Pisa, nonchè proprietario dell’Hotel La Pace. Mi farebbe piacere avere una tua opinione. Ti lascio il link: http://www.menasantoro.it/pisa/tassa-di-soggiorno-a-pisa-il-parere-di-un-albergatore/
Un saluto
Mena