L’isola di Ischia è un patrimonio di inestimabile valore, sia dal punto di vista naturalistico che archeologico/architettonico. Durante il tour “Ischia Insolita” con il Tour Operator Cilindro Viaggi, ho avuto il piacere di visitare uno dei musei storici d’Italia, Villa Arbusto, che comprende il Museo Archeologico di Pithecusae.
Qui il tempo sembra essersi fermato. Tutto è in perfetto ordine, gli esterni sono ben tenuti, i giardini e gli alberi consentono di ripararsi dal sole durante l’estate, il cinguettìo degli uccelli e la vista mare mozzafiato regalano un senso di pace assoluta. È qui che vive l’anima di Ischia grazie ai reperti che vanno dalla preistoria all’età romana.
Anfore, coppe, utensili di un lontanissimo passato custoditi in teche: ogni oggetto rappresenta un pezzetto di storia dell’Isola Verde. E ogni reperto parla! Basti pensare alla Coppa di Nestore, rinvenuta nella necropoli di San Montano a Lacco Ameno. Famosissima e tanto decantata dai libri di storia, era lì davanti ai miei occhi, con i suoi disegni omogenei e in perfetto stato. L’iscrizione che si trova sul vaso costituisce uno dei più antichi esempi di scrittura greca, oltre a testimoniare anche la fitta rete di relazioni commerciali che l’Isola aveva con il Vicino Oriente e Cartagine, la Grecia e la Spagna, l’Etruria meridionale, sino alla Puglia, la Calabria Ionica e la Sardegna. Inoltre è il primo frammento di poesia conservato nella sua stesura originale, contemporanea a quella del celebre poema epico attribuito ad Omero.
“La coppa di Nestore era buona a bersi; ma chi beva da questa coppa, subito quello sarà perso dal desiderio d’amore per Afrodite, dalla bella corona.”
Coppa di Nestore
Dalle figure che avevo visto sui libri sembrava più grande e invece è di modeste dimensioni. È una piccola tazza, larga non più di 10 cm, di uso quotidiano, decorata a motivi geometrici. Fu importata da Rodi insieme ad altri vasi contenenti preziosi unguenti orientali. Faceva parte del ricco corredo funebre appartenente alla tomba di un fanciullo di dieci anni.
Altro reperto di inestimabile valore è il Cratere del Naufragio, il più antico esempio di pittura vascolare figurata ritrovato in Italia. Su questo vaso é raffigurato un naufrago riuscito a mettersi in salvo e seduto sulla chiglia della nave capovolta, mentre intorno ci sono i marinai che cercano scampo nuotando tra i pesci. In sostanza rappresenta l’antica paura dei greci di morire senza una degna sepoltura.
Cratere del Naufragio
Di sala in sala si ammirano oggetti destinati ai defunti, come le boccette che custodivano gli unguenti ed oli profumati; oppure attrezzi d’uso quotidiano come piatti, utensili da cucina, fornelli in terracotta.
Terminata la visita itinerante ecco che una guida ci invita a visitare un altro grande must di Ischia: il Museo Angelo Rizzoli. Sorge all’interno di un piccolo edificio di estrema eleganza chiamato “Villetta Gingerò”. Il celebre imprenditore e produttore cinematografico viene ricordato attraverso gallerie fotografiche degli eventi e dei personaggi famosi ospitati ad Ischia: un vero e proprio viaggio nella vita di quest’uomo che rivoluzionò sia l’ambiente che il modo di pensare di Ischia nel periodo della sua permanenza a Lacco Ameno.
Foto; oggetti personali come la sua scrivania; i numerosi premi ricevuti, la planimetria della casa editrice Rizzoli; libri, riviste. Angelo Rizzoli vive ancora tra quelle mura, ne sono certa!
Museo Angelo Rizzoli – Villa Arbusto
Informazioni utili per la visita al Museo Archeologico di Pithecusae
Orario: 9.30-13.00; 15.00-19.00 (invernale); 14.00-20.00 (estivo)
Chiuso: il Lunedì; 1°Gennaio; 1°Maggio; 25 Dicembre e dal 7 Ottobre al 30 Aprile
Costo del biglietto: intero: € 5€ ; ridotto 4€ per gruppi minimo di 15 persone; per studenti e residenti 1€.
Come raggiungere Villa Arbusto:
Due sono le strade che conducono al Museo. La prima, quella che ho fatto io, è la più faticosa. Partendo da Lacco Ameno, direzione “Fungo”, proseguite verso il lungomare per circa 500 metri fino a raggiungere Piazza Santa Restituta. Svoltate a sinistra percorrendo circa 400 metri, fino a raggiungere il Museo. È un po’ faticoso in quanto la strada è in salita e d’estate non è molto piacevole.
L’alternativa, molto più semplice, è prendere il bus CS e scendere alla fermata del Parco Termale Negombo.
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