Genova è il centro storico con gli antichi sestieri, ma è anche il capoluogo che si estende dalle scogliere di Nervi ai litorali di Voltri : trentatré chilometri di costa , di rocce di Bougainville e di piante aromatiche, di borghi marinari e di ville candide collegate al mare da ripide scalette in pietra.
Di questa città dai molti volti, antica e contemporanea, luminosa e scontrosa, si ricordano chissà come anzitutto gli aromi: del mare, dei fiori, della focaccia appena sfornata e, inconfondibilmente, quello del basilico coltivato sui davanzali e negli orti, ovunque ci sia un po’ di terra e di sole.
Impossibile dire tutto di Genova in poche righe, tanto è multiforme il suo aspetto che passa dal paesaggio industriale del Porto dominato dalla Lanterna ( il faro, aperto a pubblico tutti i giorni festivi ) ai prestigiosi Palazzi dei Rolli, insieme di edifici nobiliari tardo rinascimentali dichiarati patrimonio dell’ UNESCO, al dedalo dei popolari Carruggi, fino all’ austera fisionomia delle chiese romanico – gotiche ( come il Duomo di san Lorenzo o la chiesa di San Matteo ), dal tipico paramento a fasce bianche e nere. La scelta migliore è quindi quella di girare per le sue strade, lasciandosi trasportare dalla curiosità per gustare la sua atmosfera , densa di aromi diversi.
Il segreto di Prà
Il basilico cresce ovunque in Liguria, ma il migliore, il più prezioso e ricercato è quella di Prà e un motivo c’è. Qui, come anche nella vicina Pegli ,il clima è sempre mite, in ogni momento dell’anno. Protetta dal gruppo montuoso del Monte Pennello , questa parte fortunata del Ponente è toccata per lo più da venti tiepidi, anche in inverno. In questo microclima ideale il basilico assume le sue caratteristiche migliori, un profumo e un gusto particolarmente equilibrato. Non a caso il basilico che ha ottenuto la DOP è il basilico di Prà e non a caso nel territorio di questa delegazione del comune di Genova ha la sua sede il Parco del Basilico. Le belle mura della Villa Doria Podestà ospitano dal 2006 un ufficio che, oltre a offrire supporto operativo agli agricoltori dell’area e in particolare ai basilicoltori, svolge attività divulgative e di valorizzazione del patrimonio storico-ambientale e gastronomico del Ponente.
Storie e leggende su Genova
La storia del basilico in Liguria inizia ai tempi dei Romani e le leggende che l’accompagnano sono altrettanto antiche. La tradizione cristiana ne ha immaginate due. La prima vuole che il basilico sia nato nel vaso dove Salomè aveva sotterrato la testa di Giovanni Battista, mentre la seconda racconta che la prima piantina sia stata trovata da sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino, sul luogo della crocifissione di Gesù. In realtà la coltivazione del basilico era diffusa in Asia e nel nord Africa ( di sicuro in Egitto ) già da molti secoli. Il suo nome , dal greco basilikòs che significa “regale” , ci fa capire che era considerato il re delle piante, per i suoi numerosi utilizzi in cucina e in medicina, ma non solo. C’era chi lo credeva un potente afrodisiaco e per questo nella cultura antica compare anche come simbolo dell’amore. In alcune miniature medievali, al contrario, la nostra piantina si trasforma in simbolo del male.
Secondo alcuni testi dell’epoca, il basilico era usato dalle streghe, insieme a belladonna e digitale, per prendere il volo, a anche come ingrediente di una pozione che aveva la virtù di mantenere intatta la giovinezza. Streghe e medici sfruttavano le erbe in modo simile. In quei secoli, che ormai sappiamo non essere stati affatto bui, l’erboristeria trovò ampio sviluppo anche e soprattutto nei monasteri. Molti conventi avevano orti botanici e producevano unguenti e rimedi naturali. Il basilico, in particolare, è consigliato come ricostituente e tonico da santa Ildegarda di Bingen (1098 – 1179), monaca benedettina e donna sapiente, che con i suoi studi e le sue intuizioni diede un notevole contribuito alle scienze naturali.