Quante volte abbiamo sentito parlar male di Napoli? E quante volte ci hanno detto di fare attenzione passeggiando nei pressi del Quartiere Sanità? Bè, che chi vive di stereotipi si perde il meglio! Qualche settimana fa ho preso parte al tour #LeLuciDiDentro, frutto del progetto Smart Rione Sanità. L’obiettivo era valorizzare, appunto, il patrimonio culturale, materiale e immateriale, del Rione Sanità. Così ci siamo addentrati per i vic e vicarielli dello storico rione. Una città nella città, che vive di storia, arte e cultura ed è tutta da scoprire.
Basilica di Santa Maria della Sanità
Insieme alla guida Antonio abbiamo scoperto dettagli finora a noi sconosciuti, quei particolari che fanno la differenza e che ci rendono orgogliosi di essere napoletani.
Prima tappa dell’itinerario è stata la visita alla Basilica di Santa Maria della Sanità, ribattezzata come Chiesa di San Vincenzo. Secondo la tradizione, durante l’epidemia di colera che toccò Napoli tra il 1836-37, la statua di San Vincenzo, qui custodita, fu portata in processione. Al suo rientro in chiesa si scatenò un forte temporale. La pioggia spazzò via l’epidemia e miracolo fu. I napoletani, così, identificarono la Basilica con la statua ribattezzandola. Alle spalle del presbiterio è possibile accedere alle Catacombe di San Gaudioso, riscoperte grazie al ritrovamento di un affresco che riproduce l’immagine della Vergine Maria, databile nel V-VI secolo. Le furono attribuiti poteri miracolosi, attirando così centinaia di fedeli che si recavano in catacomba per chiedere Grazie.
Catacombe di San Gaudioso
La Catacombe sono dedicate a San Gaudioso, vescovo di Abitina nel V secolo. Venerato dalla cittadina per avervi fondato un monastero, fu accolto solo nel IX secolo in questa cappella cimiteriale. Il sacro luogo funebre, nonostante sia stato in buona parte distrutto per la realizzazione della basilica, conserva ancora intatta la memoria del santo. Ci troviamo nella Valle dei Morti. In prossimità di alcune sepolture sporgono i teschi dei defunti dalle pareti, che all’epoca venivano fatti disseccare adagiandoli su sedili vuoti, le cosiddette cantarelle, e quindi murati. Attorno al teschio si era soliti affrescare il corpo della persona con simboli legati al suo stato sociale. Di fronte l’ingresso spicca la tomba di San Gaudioso, con i resti del ricco mosaico che decorava la cappella.
Da un luogo macabro all’altro: direzione Cimitero delle Fontanelle. Qui riposano i resti di migliaia di persone, vittime dell’epidemia di peste del 1656 e del colera del 1836. Si contano circa 40.000 ossa. Molti teschi sono numerati perché frutto di esperimenti scientifici; altri sono anonimi ed “innoqui”; altri ancora adornati con statuine, monete, corone. Sono molti i fedeli che ancora oggi si recano in questo luogo in segno di devozione praticando il culto delle anime pezzentelle. Teschi che sudano, fantasmi che resuscitano. Se siete dei curiosi vi consiglio di visitare questo luogo misterioso. Ne vedrete delle belle!
Cimitero delle Fontanelle
Ma le bellezze del Rione Sanità non finiscono qui: il tour prosegue con la visita a Palazzo San Felice e Palazzo dello Spagnuolo. Caratteristica predominante è la scala, un elemento architettonico portante, quasi scenografico, più importante della facciata dei palazzi. Un gioco di trasparenza, di pieni e vuoti, rampe e volte a vista, cattura lo sguardo del visitatore.
La visita più entusiasmante del tour? #LeLuciDiDentro, un sentiero luminoso, un viaggio nel ventre di Napoli fino alla scoperta delle proprie origini; una visita guidata “alternativa” alle Catacombe di San Gennaro. Occhio alla guida che vi illustrerà il percorso da seguire. Brividi ed emozioni in un luogo che rivive grazie alla professionalità di ragazzi che credono fortemente nelle potenzialità del nostro territorio. E’ possibile assistere allo spettacolo multimediale fino al 6 gennaio tutti i venerdì, sabato e domenica alle 19 e alle 21. La prenotazione è obbligatoria ed il costo è di 10€ a persona; gratuito da 0 a 14 anni; 8€ da 15 a 18 anni.
Spesso ci chiediamo cosa fare per attuare il cambiamento. Già condividere, toccare con mano e trasformare le nostre emozioni in passaparola è un passo avanti. Rendiamo la nostra città migliore. Come? Riscoprendola!