Porta Napoli
Quest’estate sono stata in vacanza nel Salento e, visto il cattivo tempo, ne ho approfittato per visitare le più belle attrattive della Puglia. Grazie agli itinerari proposti da Escursioni Salento, ho avuto il piacere di visitare Lecce, la Capitale del Barocco. Passeggiare per il centro storico della città significa volgere lo sguardo verso il cielo tutto il tempo, immergendosi in un fascino senza tempo. Centinaia di vicoletti, stradine che si incrociano tra palazzi barocchi in pietra leccese e Chiese di straordinaria bellezza. Si accede al centro storico attraverso Porta Napoli, realizzata come ringraziamento nei confronti dell’Imperatore Carlo V. Sulla porta, infatti, si ammira lo stemma degli Asburgo, con l’aquila dalla doppia testa. Da qui direzione Piazza Duomo per visitare la Cattedrale di Lecce.
Cattedrale
La facciata è maestosa, ma gli interni lo sono ancora di più. Pensate che sono ben dodici gli altari costruiti, tra cui quello dedicato a Sant’Irene che, fino alle metà del 1600, veniva rappresentata con la città di Lecce tra le mani. Straordinario è il soffitto in legno, finemente intagliato e ricoperto da una radiosa doratura che ne incornicia le tele, eseguita da Giuseppe da Brindisi, con le storie di S. Oronzo, la Predicazione, la Protezione dalla Peste (il Miracolo) e il Martirio.
Ci dirigiamo ora verso la Chiesa di Sant’Irene, costruita nel punto più centrale della città. E’ dedicata all’antica patrona (come si può vedere dall’incisione “Irene Virgini et Martiri Lupiensium Patronae”). Lupie era il nome della città di Lecce durante la dominazione romana. A dimostrarlo anche lo stemma raffigurante una lupa sotto un albero di leccio. Un tempo le campagne erano caratterizzate da quest’albero tipico della Puglia. La Chiesa fu costruita verso la fine del 1500 con l’antica pietre leccese. Da notare che la statua della patrona non è raffigurata più con la città in mano, perché nel 1700 subentra Sant’Oronzo che le ruba il “patronato”.
Chiesa di Sant’Irene
Il centro storico di Lecce è uno dei più integri; perfino i palazzi rimodernati conservano ancora oggi dettagli barocchi come portoni, stemmi delle famiglie a cui appartenevano i complessi, la colonna angolare, i cavalli al galoppo, maschere che soffiano sormontate da arpie. Secondo la tradizione queste allontanavano gli spiriti maligni e le male lingue.
La chiesa che più mi ha colpita è stata la Basilica di Santa Croce. E’ così imponente e maestosa che è difficile immortalare tutti i dettagli in un unico scatto. E’ situata accanto all’Ex Convento o Palazzo dei Celestini. Ben 150 anni di lavoro sono stati impiegati per realizzare i due complessi, e tutt’ora sono attivi i lavori di restauro. La parte alta del prospetto è opera di Cesare Penna, con una balconata adornata da leoni, grifi, draghi e telamoni.
Basilica di Santa Croce
Al centro il meraviglioso rosone romanico, con una ghiera barocca. Di straordinaria bellezza sono i capitelli all’interno della basilica. Uno in particolare è illustrato con un cestino con all’interno le melagrane, simbolo dell’abbondanza. Quasi verso l’uscita si trova, invece, l’altare dedicato a San Francesco da Paola, Protettore della gente di mare. A guardarlo dà proprio l’impressione di un libro disegnato con la pietra. Sui pannelli una è narrata la caduta di Otranto avvenuta nel 1480. L’episodio ricorda la ferocia dei turchi e gli ammonimenti del Santo che chiedeva di smetterla con la guerra, evitando così che l’Italia fosse conquistata dai nemici. Le sue previsioni purtroppo si avverarono da lì a qualche decennio.
Ultima tappa dell’itinerario è Piazza Sant’Oronzo, dedicata al Santo Patrono. Al centro, imponente, si trova la statua a lui dedicata e realizzata da artigiani veneziani. E’ in legno e ricoperta di rame. Un tempo però era in cartapesta, ma nel 1700 prese fuoco durante dei festeggiamenti. Secondo le male lingue fu la gelosia di Sant’Irene (Protettrice dei fulmini) a bruciarlo con dei fulmini da lei inviati.
Statua di Sant’Oronzo
In corrispondenza di piazza Sant’Oronzo si trova l’anfiteatro romano di Lecce, ritrovato tra il 1904 ed il 1938. Quello che possiamo vedere dell’Anfiteatro, è soltanto la metà, perché l’ altra parte, non è stata portata alla luce, in quanto su di essa sorgono importanti edifici secolari, che fanno parte dello scenario di piazza Sant’Oronzo. La sua costruzione risale al II secolo Dopo Cristo, ed ha una dimensione di 102 x 82 metri, secondo alcuni calcoli possiamo ritenere che l’ Anfiteatro Romano, riuscisse a contenere circa 12.000 spettatori. Un parapetto separa le gradinate dall’ arena. In passato il parapetto era rivestito in marmo e su di esso vi erano rappresentate scene di caccia ed animali feroci che combattevano o tra di loro o contro i cacciatori. Si pensa che inizialmente l’Anfiteatro fosse nato come cava, per l’estrazione della pietra leccese.
Anche se Lecce non è stata scelta come Capitale Europea della Cultura 2019 resta sempre una delle città più belle d’Italia.